L'estate dopo gli "anta"

Tanti, ma tanti anni fa amavo aprile e maggio.
In quei mesi arriva finalmente il caldo e i bambini passano più ore a giocare all’aria aperta.
Poi arriva l’adolescenza e, invece di uscire a giocare, si esce a divertirsi e a mettersi in mostra davanti ai ragazzi.
La spensieratezza di quell’età ti fa passare ore a trovarti difetti davanti allo specchio, per poi fregartene e strizzarti ugualmente in un paio di shorts ed un toppino striminzito. 
Nel mio caso la lagna comprendeva, tra le altre cose, troppo bassa, troppo in carne e troppo pallida; insomma troppo di ogni difetto e troppo poco di positivo. Ma la parte interessante è che ti godi lo stesso ogni estate, ogni uscita ed ogni singolo sguardo ricevuto.
Poi gli anni passano e ti ritrovi davanti a quello stramaledetto specchio a fingere che non ti importi dei difetti che adesso hai davvero.
Possono essere pochi o tanti chili di troppo o la detestatissima cellulite; oppure si ha la fortuna di essere magre ma la forza di gravità fa il suo sporco mestiere e il corpo perde tono ed elasticità; poi ci sono le prime rughe… ops… ok, quelle si vedono bene anche in inverno.
E che cavolo! Sembra che hai sottoscritto un abbonamento e ricevi puntualmente ogni anno un nuovo schifosissimo difettuccio che quatto quatto va ad unirsi agli altri malefici soci.
E non importa quante persone ti ripetono che sembri più giovane della tua età e che sei ancora una bella donna… tu continui a ricordare com’eri da ragazza e rimpiangi quel corpo che non aveva bisogno di tonnellate di esercizi e sacrifici per essere snello e sodo.
Quindi, perché gioire dell’arrivo del caldo?
Normalmente, maggio è il mese dell’anno in cui le donne italiane passano più tempo a criticare ogni centimetro quadrato del proprio corpo.
Bisogna togliere i giubbotti… oh no! Si vedrà la pancia!
Via i collant… accidenti, sarà guardabile quel misero pezzo di gamba che lascio scoperto?
E come si fa ad indossare una canotta se le braccia hanno la consistenza di un budino?
Così per tutto il mese si esce di casa tirando in continuazione maglie e gonne verso il basso nella speranza che la stoffa si allunghi miracolosamente di qualche centimetro.
L’aria afosa e inquinata viene aiutata nel suo disgraziato compito di soffocarci le vie respiratorie dall’ossessione con cui ci si ostina a tirare in dentro la pancia.
Grazie al cielo abbiamo gli occhiali da sole che aiutano a “nascondere” l’imbarazzo.
Insomma usciamo di casa convinte che ogni persona che incontriamo sia lì con l’unico scopo di osservare ogni dettaglio del nostro corpo e giudicarci senza pietà.
E invece qual è la verità? Alle persone che incrociamo non gliene può fregar di meno di come siamo!!!
Ma ci vuole un mese di sofferenza per realizzarlo.
Poi, finalmente, arriva giugno e le cose migliorano. Sarà che ci si abitua ad uscire scoperte, sarà la rassegnazione, saranno i weekend al mare, al lago, in piscina o semplicemente al parco, fatto sta che uscire è meno penoso. (Anche se la prova costume ha fortemente rischiato di farci diventare agorafobiche).
A luglio siamo ormai completamente prese dall’euforia del divertimento estivo e al diavolo chi ci osserva e pensa male. E così ad agosto.
Che succede a settembre? Ah sì… le prime odiate giornate di pioggia e l’aria più fresca anche quando c’è il sole ti fanno “finalmente” rimettere una giacca leggera, che pian piano aumenta in spessore, lunghezza e larghezza e il tormento è finito.
Pensiero tipico da prima giacca della stagione:
Hallelujah, anche quest’anno è passata. Ah ma l’anno prossimo non mi frega… quest’inverno mi rimetto in forma e la prossima estate indosso finalmente cosa voglio.
Ma sappiamo bene che non esiste pensiero più ipocrita e che ad aprile/maggio ci ritroveremo al punto di partenza.

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