In
quei mesi arriva finalmente il caldo e i bambini passano più ore a
giocare all’aria aperta.
Poi
arriva l’adolescenza e, invece di uscire a giocare, si esce a divertirsi e a
mettersi in mostra davanti ai ragazzi.
La
spensieratezza di quell’età ti fa passare ore a trovarti difetti davanti allo
specchio, per poi fregartene e strizzarti ugualmente in un paio di shorts ed un
toppino striminzito.
Nel mio caso la lagna comprendeva, tra le altre cose,
troppo bassa, troppo in carne e troppo pallida; insomma troppo di ogni difetto
e troppo poco di positivo. Ma la parte interessante è che ti godi lo stesso
ogni estate, ogni uscita ed ogni singolo sguardo ricevuto.
Poi
gli anni passano e ti ritrovi davanti a quello stramaledetto specchio a fingere
che non ti importi dei difetti che adesso hai davvero.
Possono
essere pochi o tanti chili di troppo o la detestatissima cellulite; oppure si
ha la fortuna di essere magre ma la forza di gravità fa il suo sporco mestiere
e il corpo perde tono ed elasticità; poi ci sono le prime rughe… ops… ok,
quelle si vedono bene anche in inverno.
E
che cavolo! Sembra che hai sottoscritto un abbonamento e ricevi puntualmente
ogni anno un nuovo schifosissimo difettuccio che quatto quatto va ad unirsi
agli altri malefici soci.
E
non importa quante persone ti ripetono che sembri più giovane della tua età e
che sei ancora una bella donna… tu continui a ricordare com’eri da ragazza e
rimpiangi quel corpo che non aveva bisogno di tonnellate di esercizi e sacrifici
per essere snello e sodo.
Quindi,
perché gioire dell’arrivo del caldo?
Normalmente,
maggio è il mese dell’anno in cui le donne italiane passano più tempo a
criticare ogni centimetro quadrato del proprio corpo.
Bisogna
togliere i giubbotti… oh no! Si vedrà la pancia!
Via
i collant… accidenti, sarà guardabile quel misero pezzo di gamba che lascio
scoperto?
E
come si fa ad indossare una canotta se le braccia hanno la consistenza di un
budino?
Così
per tutto il mese si esce di casa tirando in continuazione maglie e gonne verso
il basso nella speranza che la stoffa si allunghi miracolosamente di qualche
centimetro.
L’aria
afosa e inquinata viene aiutata nel suo disgraziato compito di soffocarci le
vie respiratorie dall’ossessione con cui ci si ostina a tirare in dentro la
pancia.
Grazie
al cielo abbiamo gli occhiali da sole che aiutano a “nascondere” l’imbarazzo.
Insomma
usciamo di casa convinte che ogni persona che incontriamo sia lì con l’unico
scopo di osservare ogni dettaglio del nostro corpo e giudicarci senza pietà.
E
invece qual è la verità? Alle persone che incrociamo non gliene può fregar di
meno di come siamo!!!
Ma
ci vuole un mese di sofferenza per realizzarlo.
Poi,
finalmente, arriva giugno e le cose migliorano. Sarà che ci si abitua ad uscire
scoperte, sarà la rassegnazione, saranno i weekend al mare, al lago, in piscina
o semplicemente al parco, fatto sta che uscire è meno penoso. (Anche se la
prova costume ha fortemente rischiato di farci diventare agorafobiche).
A
luglio siamo ormai completamente prese dall’euforia del divertimento estivo e
al diavolo chi ci osserva e pensa male. E così ad agosto.
Che
succede a settembre? Ah sì… le prime odiate giornate di pioggia e l’aria più
fresca anche quando c’è il sole ti fanno “finalmente” rimettere una giacca
leggera, che pian piano aumenta in spessore, lunghezza e larghezza e il
tormento è finito.
Pensiero
tipico da prima giacca della stagione:
Hallelujah,
anche quest’anno è passata. Ah ma l’anno prossimo non mi frega… quest’inverno
mi rimetto in forma e la prossima estate indosso finalmente cosa voglio.
Ma
sappiamo bene che non esiste pensiero più ipocrita e che ad aprile/maggio ci
ritroveremo al punto di partenza.
Nessun commento:
Posta un commento